Perché l’Approccio Olistico in estetica è fondamentale

Secondo l’approccio olistico, qualunque sistema, corpo umano compreso, non può essere trattato isolandone le singole parti, ma solo prendendone in considerazione l’insieme.

Mi imbatto ancora oggi in diverse professioniste che pensano che l’approccio olistico sia proprio solo ed esclusivamente dei centri dedicati al massaggio, a istituti ispirati alle tecniche orientali o che il termine olistico si riferisca ad applicazioni di oli essenziali. Ho deciso quindi di chiarire che cos’è l’approccio olistico alla persona rispetto al suo approccio inverso, al suo opposto, cioè quello riduzionista. 

In questo articolo imparerai quindi l’importanza dell’approccio olistico alla persona anche nel nostro settore, che cosa significa riduzionismo, che cos’è il paradigma Pnei e l’importanza del rilassamento della persona. 

 

Approccio olistico: cosa significa e perché è fondamentale

Il termine “olismo” significa letteralmente “interezza”, “totalità”. Secondo le teorie olistiche, la salute e il benessere derivano dall’essere completi, dal sentirsi un tutt’uno.
Ecco, l’approccio olistico in estetica deve partire dalla valutazione preliminare, un incontro destinato non soltanto alla definizione del bisogno (e quindi dell’inestetismo da migliorare o da risolvere), ma anche alla conoscenza del cliente, del suo stile di vita, delle sue abitudini, della sua fase ormonale e della sua routine cosmetica quotidiana. È un passaggio chiave per far sì che la cliente possa iniziare a conoscere l’Istituto, a familiarizzare con l’estetista e a consolidare quella fiducia che sarà fondamentale per la buona riuscita dei trattamenti.

Se ti ricordi, ne avevamo già parlato in questo articolo.

Illustrazione delle corrispondenze universali del cosmo, con al centro una scala naturae e l'Anima del Mondo, «Integra Naturae Speculum Artisque Imago» (che significa «specchio dell'intera natura e immagine dell'arte»)
Il termine “olismo” significa letteralmente “interezza”, “totalità”. Secondo le teorie olistiche, la salute e il benessere derivano dall’essere completi, dal sentirsi un tutt’uno. Fonte: Wikipedia

 

Approccio olistico VS Approccio riduzionista 

 Lo studio della fisiologia non può ridursi a settori perché è un sistema complesso. Se ci fai caso, quando pensiamo a un organo come la pelle, non possiamo non tener conto delle profonde interazioni tra essa e altri sistemi fisiologici, come il sistema nervoso, il sistema endocrino e il sistema immunitario; non possiamo non tener conto dell’influenza che l’ambiente – esterno e interno – esercita su questo tessuto; non possiamo non tener conto del fatto che esso si adatti ogni giorno a varie fonti di stress che ne condizionano la salute e il benessere. 

Se prendiamo in considerazione questi fattori, capiamo che agire esclusivamente in modo circoscritto su un inestetismo, con un approccio riduzionista, ci farà ottenere solo dei risultati effimeri. 

Ma che cosa significa riduzionismo? Nel linguaggio comune significa ridurre tutto ai minimi termini: è un approccio che stabilisce un modo per studiare il corpo umano segmentandolo in pezzetti e studiando per l’appunto le proprietà di questi pezzetti isolandoli dagli altri. Significa occuparsi di una parte di un sistema e non del sistema nella sua interezza. 

Al contrario, la visione olistica privilegia il tutto (olos in greco vuol dire tutto), dove le singole parti che lo compongono sono strettamente interconnesse. 

Il modello riduzionista si prende cura dell’inestetismo. 

Il modello olistico si prende cura del/della cliente. 

Attenzione: il mio intento non è certamente quello di privilegiare un modello rispetto all’altro, ma di far sì che essi si integrino reciprocamente e che la visione olistica non venga più associata a inutili elucubrazioni, a ciarlatani, a stregonerie e astrologia. 

 

Come l’approccio riduzionista ha influenzato l’estetica

Anche il nostro settore è stato inevitabilmente condizionato dai paradigmi riduzionisti e lo dimostra il crescente impiego di tecniche sempre più innovative (talora aggressive) per il trattamento dei singoli inestetismi, legati al viso o al corpo. La tendenza è quella di intervenire subito sulla correzione di un’alterazione, sia essa una ruga, una macchia o una smagliatura, per migliorare l’estetica della pelle, senza talvolta interrogarsi sui meccanismi che ne hanno favorito l’insorgenza, sul primum movens, e senza quindi dare ampio spazio alla dimensione autobiografica del cliente. 

Anche l’abuso della medicina estetica, la rincorsa ai trattamenti di bellezza ablativi, a prova di hashtag su Instagram “#primaedopo”, e la promessa illusoria dei sieri anti-cellulite sono riconducibili a questo tipo di approccio. Siamo certi che concentrarsi solo sulla manifestazione del problema, lo risolverà definitivamente? 

L’espressione morfologica dell’inestetismo che trattiamo è di fatto pressoché identica tra un soggetto e un altro: la cellulite è facilmente riconoscibile per il suo eloquente aspetto, così come le rughe del viso sono sempre assimilabili a dei solchi. Eppure, segni così riconoscibili, e così apparentemente identici tra un soggetto e un altro, appartengono in realtà a persone diverse, con stili di vita differenti e con un network sociale e psicologico unici. Solo la conoscenza del/la cliente e la scelta di un percorso specifico, in cui il benessere globale rappresenta l’obiettivo primario, favoriranno la costruzione di una relazione proficua tra estetista e cliente e risultati ottimali che si mantengono nel tempo. 

Pensa a tutte le volte che fai un massaggio e dreni la linfa: oltre che a ridurre il ristagno di liquidi, stai stimolando il sistema immunitario. Il tocco gentile delle tue mani avrà degli effetti anche sul sistema endocrino e sul sistema nervoso e siccome l’influenza è sui centri cerebrali, si avranno anche effetti sulla componente psicologica del cliente. Ebbene sì: quando tu fai un trattamento sulla tua cliente, un massaggio o un rituale, stai convertendo uno stimolo fisico in uno stimolo nervoso, contribuendo al benessere psicologico della persona. 

Ecco perché bellezza e benessere sono facce della stessa medaglia.   

 

L’importanza del rilassamento nell’approccio olistico

Noi non coccoliamo le persone, noi diamo risultati!” è una frase che viene pronunciata spesso, forse per evidenziare che l’operatività dell’istituto è volta alla soddisfazione dei/delle clienti e non contempla la perdita di tempo con futili coreografie. In realtà i più recenti studi convergono nell’affermare che tutte le pratiche rilassanti, quali yoga, meditazione e sblocco delle tensioni attraverso il massaggio, favoriscono la giovinezza (anche quella della pelle!), aumentando la resilienza mitocondriale, diminuendo lo stress ossidativo e prevenendo l’eccessivo accorciamento dei telomeri. 

Accogliere in modo straordinario, offrire una tisana rilassante e fare un massaggio di benvenuto sono già delle pratiche in grado di diminuire i livelli di cortisolo e… di distendere una fronte corrucciata!  

La ricerca del benessere dunque non deve limitarsi al solo trattamento meccanico ma deve coinvolgere anche la componente emozionale della persona, senza la quale l’ospite non riuscirebbe a ritrovare una rinnovata armonia con il mondo. In senso olistico quindi anche la cura dell’ambiente riveste un ruolo fondamentale: la cromoterapia, il profumo degli aromi, il calore della cabina e la scelta di una playlist rilassante sono tutti elementi che contribuiscono al successo del trattamento. 

Foto di donna che si rilassa ricevendo un massaggio in un centro estetico.
La ricerca del benessere non deve limitarsi al solo trattamento meccanico ma deve coinvolgere anche la componente emozionale della persona, senza la quale l’ospite non riuscirebbe a ritrovare una rinnovata armonia con il mondo.

 

Conclusione: perché adottare l’approccio olistico in estetica 

Una visione sistemica fornisce le basi per prospettare nuovi approcci integrati non solo volti alla prevenzione delle alterazioni cutanee, ma anche alla promozione della salute, in cui la figura dell’estetista ricopre un ruolo importantissimo. Adottando un approccio sistemico, l’operatrice vede la persona non più “a pezzi” o, peggio, come contenitore di inestetismi ma come un network in temporaneo disequilibrio. Ne conosce i fattori di squilibrio e attua di conseguenza dei percorsi riequilibranti, perché sa che il cuore del percorso di bellezza è il potenziamento della consapevolezza di sé da parte del singolo individuo. 

Perché pelle e psiche sono così intrecciate da non avere un’autonoma esistenza. 

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